Indagato ai sensi dell’articolo 633 del Codice Penale. Così la Prefettura di Lecco, nella persona del neo Prefetto, il dottor Marco Valentini, ha deciso di alzarsi il pallone e realizzare un rocambolesco goal nella propria porta. Un gesto che voleva “arginare” l’operato di qualche cittadino “non idoneo” che in realtà s’è trasformato nell’opposto.
Quattro foto galeotte costituirebbero, secondo i sagaci che han convinto il Prefetto a procurarsi repentine figuracce, la prova del reato. Facchini è entrato nel bene “Wall Street”, questa volta l’abbiamo beccato. Messaggio ai segugi: sarebbe bastato sollevare la cornetta, farsi un giretto presso la nostra sede, leggere un giornale locale. E’ da anni che denunciamo il degrado del bene di via Belfiore. E’ da anni che ne prendiamo atto, ne documentiamo la devastazione, ne certifichiamo l’abbandono, ne proponiamo vie d’uscita. Non c’era alcun bisogno di imbastire l’ennesima sceneggiata, con tanto di registro degli indagati e reati ipotizzati. Non c’era alcun bisogno di buttare tempo prezioso – e farlo buttare (soprattutto).
Quali sono i veri problemi del nostro territorio? A sentire il Vice-Questore Guglielmino sarebbero le mie “grida sediziose” contro il Ministro La Russa (archiviato dopo un’imbarazzata lettura delle carte). Secondo la Prefettura invece sarebbero le mie “invasioni”. Quale sarebbe stato il mio “profitto” e quale l’”occupazione”?
Ha scritto molto bene Mario Portanova su “Il Fatto”: Facchini, però, quel bene non l’ha occupato e profitto non ne ha tratto. E nemmeno l’amministrazione, che invece avrebbe avuto i titoli per farlo.
Non ho rotto lucchetti, non ho danneggiato alcunché. La responsabilità che mi assumo è limpida quanto la sfacciataggine di chi mi accusa. Nessuno potrà convincermi del contrario. Resto pertanto convinto che fotografare la vergogna di via Belfiore fosse (e continui ad essere) un servizio utile nei confronti della cittadinanza, un diritto e un dovere di cronaca che oltrepassasse fuor di dubbio la pretesa (lesa) maestà di chissà quale Ente! Nel teatrino del rovesciamento quotidiano, chi documenta il più totale disinteresse delle Istituzioni nei confronti di un bene confiscato alla ‘Ndrangheta di Franco Trovato (diritto e dovere di cronaca) viene perseguito. Chi, in questi anni, ha di fatto alimentato e generato la situazione fotografata gode di una felice “impunità” civile e morale. Un paradosso che a dire il vero non stupisce affatto.
Al contrario rimarranno stupiti i pretendenti al trono: si vada pure avanti a suon di querele: noi andremo avanti, armati di precisione e di buon senso, allergici ad atteggiamenti borbonici.
Duccio Facchini – Qui Lecco Libera
Per quel poco che può servire la nostra consapevole, lucida, totale solidarietà a Duccio. E NON è LA PRIMA VOLTA CHE LO DENUNCIANO A VANVERA leggi qui
Non essere complici, non mentire, non restare ciechi (S. Weil) Grazie Duccio